Pinori (Anie Rinnovabili): “DL Semplificazioni: si doveva fare di più”

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Anie Rinnovabili ha espresso una certa delusione per quanto emerso dalla ultima versione del Decreto Semplificazioni. «Occorre pragmatismo ed acquisire coscienza delle reali necessità del paese sintetizzabili in: la transizione energetica e la ripresa economica» ha dichiarato il presidente Alberto Pinori. «Col Decreto Semplificazioni qualche piccolo passo in avanti è stato fatto, ma si poteva e doveva fare di più».

In particolare, l’associazione ritiene che il tema della semplificazione si sarebbe dovuto concentrare maggiormente su una revisione delle “linee guida di inserimento degli impianti a fonte rinnovabile di grande taglia nel rispetto della tutela paesaggio”, per consentire la realizzazione di una quota degli impianti utility, compresi quelli a terra, senza dei quali difficilmente si raggiungeranno gli obiettivi del Pniec che per l’Italia prevedono che entro il 2030 si possa di soddisfare il fabbisogno energetico mediante una quota da fonte rinnovabile pari al 30%, con 30 GW di ulteriore nuova potenza dal fotovoltaico nei prossimi 10 anni (per circa 3 GW/anno di nuovi impianti solari).

Secondo Anie Rinnovabili, le semplificazioni adottate non saranno in grado di sostenere questa crescita, che dovrà essere ancor più sostenuta in virtù dei nuovi obiettivi europei di decarbonizzazione annunciati dalla Commissione Europea nei giorni scorsi per arginare gli effetti del cambiamento climatico. Infatti la Commissione Europea ha deciso di innalzare l’obiettivo al 2030 delle fonti rinnovabili dall’attuale 32% ad un valore compreso tra il 38 e il 40%.

Anie Rinnovabili sottolinea che semplificare gli iter autorizzativi degli impianti utility scale avrebbe potuto generare benefici anche in termini di ripresa economica senza l’ausilio di alcun supporto economico da parte dello Stato (né contributi né incentivi). Spiega una nota di Anie Rinnovabili: “Vi sono oggi un numero consistente di imprese operanti in Italia con programmi di investimento in impianti utility scale per un valore tra i 13 ed i 20 miliardi di euro per realizzare tra i 15 ed i 20 GW fotovoltaici e per un valore tra i 10 ed i 16 miliardi di euro per realizzare tra i 7 e 9 GW eolici entro il 2030. E tutto questo senza alcun aiuto economico, ma semplicemente semplificando i procedimenti autorizzativi e laddove possibile accorciandone le tempistiche”.

“Si registra qualche passo in avanti” prosegue la nota di Anie Rinnovabili, “come ad esempio, sulle semplificazioni autorizzative per gli interventi non sostanziali e sul fronte storage con gli indirizzi dell’iter autorizzativo per installare sistemi di accumulo, sia stand alone che combinato con impianti di produzione da fonte rinnovabile. Però, il Decreto Semplificazioni non interviene efficacemente nella semplificazione proprio di quelle norme che, tra le altre, avrebbero dovuto aumentare la produzione di energia da fonte rinnovabile agevolando e semplificando gli iter autorizzativi per la realizzazione di nuovi impianti, la maggior parte dei quali sono a VIA non statale. Il Decreto, invece, in taluni passaggi sembra favorire un’economia più tradizionale anziché la visione di un vero Green Recovery, laddove prevede la riduzione dei vincoli autorizzativi per la costruzione di nuovi oleodotti nonché la riduzione delle royalties sulle trivellazioni a terra”.

L’associazione sottolinea inoltre l’urgenza di affrontare la questione della complessità e disomogeneità delle norme autorizzative.

In conclusione Anie Rinnovabili chiede al governo di spingere sull’acceleratore nel definire le policy di sviluppo delle fonti rinnovabili e di dare stabilità normativa mediante una programmazione pluriennale auspicando un dialogo sempre più diretto con governo e ministeri di riferimento.

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