La Commissione europea ha approvato il capacity market. Dopo quattro anni di trattative Bruxelles ha detto sì al meccanismo di remunerazione della potenza elettrica flessibile, relativo all’intero mercato, per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di energia elettrica in Italia. Il provvedimento resterà in vigore per dieci anni, durante i quali l’Italia si impegna ad attuare alcune riforme del mercato, finalizzate a rimediare ai rischi strutturali che caratterizzano l’approvvigionamento. Contestualmente la Commissione UE ha approvato anche i meccanismi di regolazione della capacità proposti da Belgio, Francia, Germania, Grecia e Polonia.
Nell’ambito della misura, i fornitori possono ottenere una compensazione finanziaria in cambio della disponibilità a produrre energia elettrica o, nel caso degli operatori della gestione della domanda, della disponibilità a ridurre il consumo di energia elettrica. “L’Italia ha dimostrato che il meccanismo di capacità è necessario”, spiega una nota della Commissione europea, “e ha adottato diverse modifiche del progetto per garantirne la conformità con le norme UE sugli aiuti di Stato”. L’Italia ha dimostrato che i ricavi stimati provenienti dalla vendita di energia elettrica non sarebbero adeguati a coprire i costi di produzione di un volume sufficiente di capacità di energia elettrica. Il meccanismo è aperto a tutti i potenziali fornitori di capacità e i costi a carico dei consumatori saranno mantenuti bassi grazie all’organizzazione di aste periodiche, aperte ai produttori di energie rinnovabili e ai sistemi di stoccaggio.
«L’obiettivo fondamentale di garantire al sistema elettrico sicurezza e adeguatezza sarà ora più facilmente percorribile», ha dichiarato Simone Mori, presidente dell’associazione Elettricità Futura, che ha partecipato alle trattative con la Commissione europea insieme a Mise, Terna, Autorità per l’Energia. «Il Capacity Market fornirà segnali di prezzo di medio-lungo periodo al settore, al fine di indirizzare le scelte degli operatori. Allo stesso modo», prosegue Mori, «il mantenimento di un adeguato backup al sistema elettrico da parte degli impianti termoelettrici a gas, derivante dall’implementazione del mercato della capacità, permetterà di raggiungere i due obiettivi definiti dalla SEN del 55% di rinnovabili sui consumi elettrici finali al 2030 e del phase out degli impianti a carbone al 2025. In assenza di tale meccanismo, siamo convinti che non sarebbero stati possibili».
(sb)