A seguito della bozza del DL Agricoltura circolata nei giorni scorsi, Italia Solare ha scritto una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Nel testo, l’associazione evidenzia come la linea di Governo incerta e l’atteggiamento di alcune Regioni releghino il fotovoltaico a un ruolo non coerente con le sue potenzialità.
Secondo Italia Solare, con il blocco delle realizzazioni di impianti fotovoltaici si perdono circa 60 miliardi di euro. E nello specifico “almeno 45 miliardi di investimenti privati diretti e 1 miliardo dei fondi Pnrr perduti. A questi si aggiungono 2 miliardi di mancati introiti derivanti dalle tassazioni IMU degli impianti, 11 miliardi di imposte. Infine le sempre importanti compensazioni per i Comuni”.
«Il problema che sembra generare indicazioni tra loro contrastanti è uno solo. Ovvero il presunto impatto del fotovoltaico sull’agricoltura e sul paesaggio», scrive il presidente dell’associazione, Paolo Rocco Viscontini. «Il ministero dell’Ambiente si spende per favorire la diffusione del fotovoltaico con criteri di economicità. Il ministero dell’Agricoltura, presumibilmente spinto da qualche associazione agricola, fa interdizione per evitare una inesistente sottrazione di terreni all’agricoltura. E ancora, il ministero della Cultura frena in tutte le sedi i provvedimenti autorizzativi, lamentando il presunto impatto paesaggistico del fotovoltaico».
La soluzione a questo problema secondo l’associazione è quello di individuare in modo chiaro le aree in cui si possano realizzare gli impianti. Serve, inoltre, la predisposizione di un testo unico sulle procedure autorizzative.
“Come associazione siamo fermamente convinti che sia un grave errore frenare lo sviluppo del fotovoltaico con moduli a terra. Esso costituisce la tipologia impiantistica più economica ed efficiente. L’obiettivo indicato dal Governo di aggiungere nuova potenza fotovoltaica per circa 50 GW al 2030 è raggiungibile e può dare ai consumatori energia a costi contenuti e stabili senza alcun danno significativo per l’agricoltura e il paesaggio”, si legge nella lettera di Italia Solare.
In particolare l’1% dei terreni agricoli non occupati è sufficiente per realizzare il 50% dei 50 GW richiesti per raggiungere gli obiettivi del 2030 con impianti a terra. Il restante 50% può essere installato sui tetti. Agricoltura e fotovoltaico possono coesistere.
“Ritenere che il fotovoltaico debba essere realizzato solo su edifici o su aree compromesse sarebbe un errore gravissimo: basta essere consapevoli che così si avrà energia a costi maggiori, con tempi di realizzazione degli impianti dilatati e incompatibili con l’obiettivo 2030”, sottolinea Italia Solare.
L’associazione conclude la sua missiva chiedendo che non vengano previsti generalizzati e ingiustificati divieti di localizzazione di impianti. Chiede inoltre che venga data attuazione alle normative sulle aree idonee e non idonee e a quella sulle aree di accelerazione previste dal Pnrr. Inoltre Italia Solare chiede che vi sia un intervento autorevole della presidenza del Consiglio per governare la diffusione del fotovoltaico con regole chiare per le Regioni e per tutti gli operatori. Infine, richiede che si richiamino le Regioni affinché rispettino le norme nazionali e non adottino provvedimenti di ingiustificato freno del fotovoltaico.
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