Italia Solare: “Nelle ore di produzione da FV il prezzo di borsa dell’energia cala del 20%”

by editore

Nelle ore di produzione da fotovoltaico, il prezzo di borsa dell’energia elettrica cala mediamente del 20%. È una delle considerazioni di Italia Solare, che nei giorni scorsi ha pubblicato un nuovo report che analizza, in particolare, l’evoluzione del PUN nazionale aggiornato al 31 marzo 2023.

Nel corso del primo trimestre 2023 il PUN medio è stato 157 euro/MWh, circa il triplo di quello che era nel 2019 (52 euro/MWh). Il dato è comunque inferiore rispetto ai valori registrati a fine 2022 (300 euro/MWh).

Italia Solare analizza poi il PUN di alcune regioni. Ad esempio, a marzo in Sardegna si sono registrate 85 ore con un prezzo inferiore ai 20 euro/MWh e 42 ore con prezzo a zero. Calabria, Sicilia e il sud hanno riportato 28 ore con il prezzo inferiore ai 20 euro/MWh. In prospettiva, Italia Solare si aspetta che il solar captured-price diminuisca sensibilmente all’aumentare della potenza fotovoltaica installata.

«Ora più che mai è indispensabile pianificare gli sviluppi di nuova capacità da fonte rinnovabile, integrandola nel sistema e nel mercato energetico, così da disporre di forniture certe e convenienti», spiega Stefano Cavriani, consigliere di Italia Solare e Co-coordinatore del gruppo di lavoro mercati dell’associazione. «Nelle ore di produzione da fotovoltaico il prezzo registrato in borsa è scontato del 20% rispetto alla media giornaliera. Questo dimostra l’assoluta competitività dell’energia solare nel contesto attuale e prospettico».

Secondo quanto riportato dall’associazione, dalla ripresa post-pandemia il mercato dell’energia ha registrato una costante salita. I prezzi sono esplosi da settembre 2021, con l’avvio della stagione termica 2021-2022, quando è risultata evidente la riduzione delle forniture di gas dalla Russia. L’invasione dell’Ucraina a fine febbraio 2022 ha infatti innescato una fase di assoluta incertezza e volatilità sui mercati energetici.

“Da giugno a settembre 2022”, si legge in una nota di Italia Solare, “molti Paesi, in primis Italia e Germania, hanno inseguito ogni metrocubo di gas, a qualsiasi prezzo, pur di riempiere gli stoccaggi in vista dell’inverno 2022-2023. La siccità nell’estate 2022 ha causato una pesante riduzione della produzione idroelettrica e l’impossibilità di poter raffreddare adeguatamente le centrali termoelettriche ubicate lungo i fiumi”.

Alla fine del 2022 il prezzo medio dell’energia si attestava intorno ai 300 euro al MWh. Le aspettative per il 2023 e 2024 quotavano prezzi superiori ai 200 euro al MWh. Le temperature miti registrate per tutto l’inverno 2022-2023, insieme alla notevole riduzione del consumo da parte delle industrie, hanno determinato una caduta dei consumi di gas del 20-25% rispetto ai valori storci, che hanno determinato il crollo dei prezzi del gas che è passato da 130 euro/MWh a 40 euro/MWh in meno di tre mesi.

«La crisi però è tutt’altro che risolta», commenta Cavriani, «e il nostro futuro energetico è ancora a rischio. Per esempio, uno dei motivi per cui in Italia i prezzi sono scesi è anche la massimizzazione delle centrali a carbone, voluta da un decreto del Governo Draghi, che consente a tali impianti di offrire in borsa energia elettrica a prezzo zero, anche se i costi di produzione vengono ovviamente recuperati in altre voci in bolletta».

Per scaricare il report di Italia Solare, clicca qui 

Solare B2B

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