Italia Solare ha preso parte all’audizione della Regione Sardegna sulla moratoria per le fonti rinnovabili. Durante l’audizione è stato presentato il disegno di legge Regionale 15 comprendente “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali”.
Nello specifico, l’associazione ha proposto di sostituire la moratoria con la definizione di regole e criteri di priorità nella valutazione dei progetti, ponendosi come modello per il Governo e le altre Regioni.
«Speriamo che non si facciano moratorie ma si colga questa occasione per dare al settore fotovoltaico gli indirizzi che da tempo aspetta affinché si faccia uno sviluppo sì rispettoso del territorio, ma efficace per l’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili nella regione Sardegna», ha commentato il presidente di Italia Solare, Paolo Rocco Viscontini. «Ricordo, infatti, che ben il 74% dell’energia elettrica qua generata viene prodotta bruciando carbone e residui di raffineria altamente inquinanti che provocano malati e morti ogni anno. Già questa dovrebbe essere una ragione per evitare moratorie, ma anzi accelerare nello sviluppo delle installazioni solari».
Nella nota rilasciata dall’associazione si evidenzia come si ritenga opportuno consentire la costruzione degli impianti già autorizzati, di potenza complessivamente contenuta.
Per quanto riguarda i progetti non ancora autorizzati, invece, l’associazione propone che siano valutati anche con riesame sulla base di alcuni criteri di priorità. E in particolare sarebbero da rivalutare impianti ubicati su terreni industriali, bonificati o da bonificare, cave, discariche, ma anche impianti su terreni riconosciuti come non produttivi. Inoltre è proposta la rivalutazione di progetti collocati nelle immediate vicinanze di stabilimenti industriali o di zone industriali, artigianali e industriali, intorno alle quali promuovere una cintura di impianti fotovoltaici che alimentino le utenze delle imprese ad essi vicini. Infine Italia Solare chiede la rivalutazione di impianti agrivoltaici virtuosi che salvaguardino attività agricole esistenti o consentano di aumentare la produzione agricola, ad esempio mediante recupero o più efficiente utilizzo di terreni fertili.
“Suggeriamo poi che siano, in ogni caso, sempre consentiti gli impianti sulle coperture degli edifici e gli impianti in autoconsumo, oltre che quelli facenti parte di comunità energetiche”, si legge nella nota di Italia Solare.
L’associazione ritiene anche che possano essere considerate altre modalità per aumentare le ricadute positive per il territorio, anche suggerendo al legislatore gli emendamenti normativi necessari.
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