Italia Solare in audizione al Senato: “Sopprimere l’articolo 5 del DL Agricoltura”

by Davide Bartesaghi
Davide Bartesaghi
Theia

Nel corso di un’audizione presso la 9a commissione del Senato della Repubblica che si è tenuta nella giornata del 28 maggio, Italia Solare è tornata sul tema relativo al decreto Agricoltura. In particolare, l’associazione si è espressa in merito all’articolo 5, che vieta l’installazione di impianti fotovoltaici nelle zone classificate agricole. Nella prima parte dell’audizione, Italia Solare ha evidenziato l’importanza di facilitare lo sviluppo del fotovoltaico in Italia. Ha inoltre sottolineato le motivazioni per le quali non sussiste alcun conflitto tra solare e agricoltura. Nella seconda parte l’associazione ha formulato alcune proposte per migliorare la norma, salvaguardando le finalità senza compromettere lo sviluppo del fotovoltaico.

“In quanto associazione rappresentativa di operatori attivi lungo tutta la filiera del fotovoltaico, riteniamo di poter fornire un utile contributo ai fini dell’esame dell’articolo 5 del decreto legge”, è quanto emerge dall’audizione. “Esprimiamo innanzitutto sorpresa per il metodo. Un decreto legge su un tema complesso e con molte sfaccettature avrebbe dovuto suggerire di procedere secondo la massima “conoscere per deliberare”. Si è invece preferito lo strumento del decreto legge giustificandolo con il presunto assalto del fotovoltaico ai terreni agricoli”.

L’associazione è poi entrata nel merito dei numeri per far capire perché fotovoltaico e agricoltura possono convivere. “Per realizzare i circa 50 GW di potenza fotovoltaica aggiuntiva previsti dalla proposta di Pniec entro il 2030 occorrerebbero circa 80.000 ettari di terreni nell’ipotesi estrema e non verosimile che tutti siano realizzati con moduli a terra. In realtà sappiamo bene che una parte consistente degli impianti sarà installata sui tetti e in modalità agrivoltaica. Secondo l’Istat, nel 2020 la Superficie Agricola Utile (SAU) era 12.535.000 ettari e la Superficie Agricola Totale (SAT) era 16.474.000 ettari”.

Italia Solare ha poi evidenziato i vantaggi del fotovoltaico a terra. L’associazione lo reputa “la tipologia impiantistica più economica, capace di generare elettricità a prezzi anche molto inferiori ai prezzi dell’elettricità da gas”.

Secondo l’associazione, inoltre, l’agrivoltaico è una soluzione interessante, ma è opportuno tener presente che più le strutture sono alte e maggiori sono i costi, l’impatto paesaggistico, i rischi di danneggiamento da eventi atmosferici estremi e le difficoltà realizzative, specie sui terreni pendenti.

“È nostro convincimento che la diffusione del fotovoltaico debba seguire uno sviluppo in parallelo di più filoni: gli impianti su edificio, con l’energia usata prevalentemente in modalità autoconsumo; gli impianti agrivoltaici, in grado di integrare il reddito agricolo; gli impianti a terra, efficienti ed economici, per offrire energia a costo contenuto alla generalità dei consumatori. Non chiediamo affatto che si possano costruire impianti a terra ovunque e comunque. Bastava attuare la legge che prevede che il Governo, di intesa con le regioni, individui le aree idonee e anche le aree non idonee.

L’associazione conclude sottolineando come non sussiste incompatibilità tra la salvaguardia delle produzioni agricole e lo sviluppo del fotovoltaico. “In prima battuta, dunque, riteniamo che l’articolo 5 sia da sopprimere. Proponiamo un percorso più articolato, partendo dal gravissimo ritardo accumulato ai fini della individuazione delle aree idonee. Chiediamo che si estendano ragionevolmente le aree agricole su cui è possibile installare impianti fotovoltaici con moduli a terra. La possibilità di realizzare impianti a terra andrebbe estesa alle aree dei siti oggetto di bonifica e le aree classificate agricole entro 500 metri da zone a destinazione industriale, artigianale e commerciale.

Raccomandiamo poi di precisare che nelle aree agricole sia sempre consentita la possibilità di installare impianti agrivoltaici anche non elevati da terra, purché sia salvaguardato l’obiettivo di continuità dell’attività agricola. Ciò in quanto la configurazione agrivoltaica più opportuna va selezionata di volta in volta, sulla base del contesto e del piano agronomico”.

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