Entro il 2050 il fabbisogno energetico del Pianeta potrebbe essere soddisfatto interamente dalle fonti rinnovabili. Grazie alla diffusione delle tecnologie che consentono di produrre energia pulita, solare ed eolico in primis, unite all’efficienza energetica e alle reti elettriche intelligenti, tra 25 anni potremmo assistere alla chiusura delle centrali che utilizzano combustibili fossili e di quelle nucleari. La previsione è contenuta nel rapporto Energy Revolution 2015 di Greenpeace, che spiega come questa rivoluzione, oltre a portare immediati benefici per l’ambiente contribuendo a porre un freno ai cambiamenti climatici, sarebbe anche conveniente a livello economico. Come emerge dallo studio, infatti, a fronte di investimenti aggiuntivi nelle rinnovabili per 1.000 miliardi di dollari l’anno, si otterrebbe un risparmio legato al mancato uso di combustibili fossili di 1.070 miliardi di dollari l’anno. Secondo lo studio, per raggiungere l’indipendenza dalle fonti fossili e dal nucleare è necessario che i Governi favoriscano lo sviluppo delle rinnovabili e della mobilità elettrica, portando la quota di energia elettrica prodotta dalle rinnovabili al 42% entro il 2030, per poi passare al 72% nel 2040 e raggiungere il 100% nel 2050, per una potenza totale installata pari a 23.600 GW. Per quanto riguarda invece la produzione di energia dedicata al riscaldamento è necessario in primo luogo puntare sull’efficienza energetica, diminuendo la dispersione termica degli edifici. In seguito, secondo lo studio, il primo step dovrebbe essere quello di raggiungere il 43% di energia termica rinnovabile entro il 2030, puntando sulla biomassa, il solare termico e il geotermico, per poi accrescere ulteriormente l’apporto delle rinnovabili grazie all’idrogeno generato dalle fonti rinnovabili.
(sb)