In questi giorni che precedono il voto, SolareB2B pubblicherà il programma dei principali partiti sul tema delle energie rinnovabili. È indubbio che per Insieme, la lista di centrosinistra, l’ambiente rivesta un ruolo centrale all’interno del suo programma politico dove si ribadisce la partecipazione attiva del Governo italiano alla realizzazione dell’Accordo di Parigi del dicembre 2015. Al tempo stesso però si evidenzia l’incapacità dell’Unione Europea, Italia compresa, di far fronte agli ambizionsi traguardi di riduzione del riscaldamento globale indicati proprio da quell’accordo, ottenibili, invece, secondo Insieme, con politiche pubbliche. Parlando di ambiente, il programma della lista è su posizioni similari a quelle del Partito Democratico, ma con delle specificità, in primis il superamento del Sistema Energetico Nazionale (SEN) – che per il partito guidato da Matteo Renzi è, invece, l’ambito di azione prioritario – e l’attuazione di un Piano energetico nazionale, “che punti al 100% di energie alternative con investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica, con obiettivi vincolanti di riduzione di CO2” che devono prevedere il progressivo abbandono delle fonti fossili e la decarbonizzazione. E se quest’ultimo traguardo deve avvenire entro il 2050 come indicato dal Pd, entro il 2030 Insieme ambisce a ridurre del 40% le emissioni di gas dannosi per il clima rispetto ai livelli del 1990, mentre entro il 2035 si dovrà vietare la circolazione dei motori diesel e benzina. Un secondo concetto che sostiene Insieme è la necessità di un vero e proprio “Green New deal” il cui caposaldo è un programma di incentivi per le energie rinnovabili, per migliorare i depuratori e gli impianti idrici, e favorire la riduzione, il riciclo e il riutilizzo dei rifiuti. Un progetto che va nella direzione di rafforzare e mantenere il suo ruolo da protagonista nella green economy europea.
PROGRAMMA ORIGINALE
- INSIEME PER AMBIENTE E QUALITÀ DELLA VITA
Insieme vuole rispondere alle richieste di azione dei 6 milioni di italiani sottoposti alla pressione di un inquinamento grave, di coloro che soffrono per la mancanza di servizi adeguati di mobilità, di qualità delle loro case e dell’ambiente e che si oppongono allo scempio del loro territorio.
È urgente predisporre un censimento delle aree inquinate in Italia e avviare da subito le bonifiche, da finanziare anche con fondi europei e lanciare ove necessario processi di riconversione anche attraverso l’introduzione di aree no tax. L’Italia si è impegnata a partecipare attivamente alla realizzazione dell’Accordo sul Clima di Parigi, attraverso un Piano d’azione nazionale su Clima ed Energia. Ma in questo momento gli impegni dalla UE nel suo insieme e dall’Italia in particolare sono ampiamente insufficienti a garantire che l’UE faccia la sua parte nel limitare l’aumento del riscaldamento globale entro 2° e se possibile entro 1,5°: serve una vera rivoluzione energetica, e a promuoverla non possono che essere le politiche pubbliche. Occorre superare la Strategia energetica nazionale (SEN) e attuare un Piano Energetico nazionale che punti al 100% di energie alternative con investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica, con obiettivi vincolanti di riduzione di CO2 che prevedano la de-carbonizzazione e il progressivo abbandono delle fonti fossili. È possibile trasformare l’economia italiana ed europea in un campione globale per efficienza e risparmio energetico, sulla base di tecnologie appropriate e l’utilizzo delle fonti rinnovabili, potenziando il riuso e il riciclo. Questo richiede di portare al 40% l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas climalteranti entro il 2030, dai livelli del 1990, per arrivare entro il 2050 alla totale de-carbonizzazione della società.
Insieme propone come prime misure urgenti:
– La definizione di un Piano Clima Energia che metta l’Italia in linea con gli accordi sul clima di Parigi che assicuri la revisione della posizione attuale dell’Italia nei negoziati legislativi in corso in sede europea verso obiettivi ambiziosi su rinnovabili, efficienza energetica, direttiva edifici e che chiarisca le misure concrete di adattamento e mitigazione dai cambiamenti climatici e di riduzione della dipendenza dalle fonti fossili.
– Realizzare un programma e un calendario verso la rottamazione del motore a scoppio, così come indicato dalla risoluzione del Senato approvata dalla commissione ambiente e un programma capillare per la collocazione di colonnine elettriche.
– Puntare sull’industria dell’auto elettrica, creando la filiera dell’auto pulita e conseguenti politiche di incentivazione graduate in base al reddito, sul retrofit, con incentivi e detrazioni fiscali.
– Il divieto di circolazione dei motori diesel e benzina a partire dal 2035.
– Misure per mitigare le emissioni in agricoltura e quelle industriali e domestiche ed eliminare progressivamente i sussidi e gli investimenti pubblici per i carburanti fossili, che sono oggi maggiori degli incentivi dati alle rinnovabili.
- INSIEME PER UN “GREEN NEW DEAL E PER IL “RINASCIMENTO” DEL SISTEMA PRODUTTIVO
Insieme sostiene la necessità di un vero e proprio “Green New deal”: non basta sottoscrivere un accordo internazionale solenne per battere i cambiamenti climatici e i loro effetti devastanti.
L’Italia è la seconda potenza manifatturiera d’Europa: ma per mantenere e migliorare questa posizione dobbiamo riconsiderare in modo strategico i driver che la influenzano, adattandoli alle nostre competenze specifiche e all’imperativo della creazione di lavoro di qualità: capitale umano, globalizzazione, finanza, dimensione d’impresa, energia, l’ambiente.
In questo senso pensiamo che la proposta di nuova economia e società non possa fare a meno di integrare davvero e in modo profondo, anzi “rivoluzionario” l’idea un Green New Deal che, a partire dalla realtà dei cambiamenti climatici, della scarsità delle risorse e della dipendenza energetica, punti ad attività economiche “intense” in lavoro di qualità ed innovazione, alla riorganizzazione degli spazi urbani, alla mobilità sostenibile, alla democrazia “energetica”; tematiche queste che danno alle belle parole “libertà e “partecipazione” un senso nuovo, lontano da individualismi esasperati, ma anche da imposizioni moralizzatrici.
Questo presuppone scelte di campo precise e anche la fine della subordinazione a poteri economici speculativi, che hanno bloccato la crescita dell’Italia ben più che i problemi legati al costo del lavoro: dai concessionari parassiti, alle corporazioni, ai fautori delle grandi opere pubbliche inutili, dagli ex monopolisti energetici legati a vecchi privilegi, a quei gruppi industriali che non si rendono conto che anche per loro la competitività passa attraverso investimenti nelle risorse umane e nell’innovazione verde.
Apprezziamo lo sforzo di innovazione e la volontà di rilancio della proposta di politica industriale 4.0, ma poniamo con forza il tema del superamento della “neutralità tecnologica” e dell’illusione che tutti i settori industriali, anche quelli meno produttivi, meno utili, meno pronti a cambiare, più fossili, possano e debbano essere sostenuti ancora a lungo; possono invece essere accompagnati a una ristrutturazione o via via superati, a favore di quelli più in grado di trovare mercato in una società in profonda trasformazione, ma nella quale comunque c’è e ci sarà bisogno di acciaio, di macchinari, di prodotti alimentari, di energia ecc., ma prodotti in modo diverso rispetto al ventesimo secolo. In questo senso è necessario un grande lavoro e risorse adeguate per la riconversione e formazione, di intesa con il sindacato.
Non partiamo da zero: l’Italia è anche la seconda Green economy dopo la Germania e il suo valore corrisponde a 190 Miliardi di euro, il 13% dell’economia nazionale. È il primo Paese per contributo del fotovoltaico al mix elettrico nazionale (8%); il suo sistema economico è il secondo per minore intensità di emissioni dopo la Francia (senza il nucleare), è leader europeo nel riciclo industriale e nell’economia circolare: questa è una forza da valorizzare con misure adeguate.
Insieme intende accompagnare le imprese italiane in questa delicata fase e contribuire a un vero e proprio “Rinascimento” industriale del nostro paese.
Insieme propone come prime misure urgenti:
– Incentivi agli investimenti nel settore dell’energie pulite e rinnovabili,
incentivi per la realizzazione di depuratori e investimenti per la raccolta delle acque
reflue e il loro riutilizzo in impieghi irrigui (dove è richiesta una minore qualità
dell’acqua).
– Investimenti per avviare un processo virtuoso basato sulle 4 R partendo dalla riduzione degli imballaggi e delle plastiche, incentivare il riuso e riciclo dei materiali e rendere effettivo in tutto il territorio il sistema della raccolta differenziata attraverso il sistema “porta a porta”.
Leggi il programma completo di Insieme (http://bit.ly/2DSCXQp)