Re Rebaudengo (Elettricità Futura): “Il 99% della Sardegna diventa non idonea alle FER”

by editore

La quasi totalità della Sardegna diventa non idonea all’installazione di impianti da fonti rinnovabili. La denuncia arriva da Elettricità Futura, dopo quella dei giorni scorsi di Italia Solare.  L’associazione sottolinea come ci si trovi di fronte al blocco definitivo dello sviluppo degli impianti da rinnovabili in Sardegna. Questo nonostante l’obiettivo di installare oltre 6 GW di nuova capacità al 2030.

L’associazione aveva denunciato alla Commissione europea la moratoria per le rinnovabili della Regione Sardegna ed evidenziato al Governo le lacune del decreto Aree Idonee. Le disposizioni pubblicate dimostrano infatti come le Regioni possano usare la discrezionalità per limitare al massimo le aree e bloccare i progetti già avviati.

Infatti, il decreto Aree Idonee non ha normato il periodo transitorio. Non ha nemmeno esplicitato che le aree idonee ex lege debbano continuare a essere considerate tali. “Ha lasciato facoltà delle Regioni estendere fino a 7 chilometri di distanza da un bene tutelato il divieto di nuovi impianti”, si legge nel comunicato di Elettricità Futura. “Se le Regioni applicassero appieno questa facoltà, il 96% del territorio italiano sarebbe non idoneo”.

«Come volevasi dimostrare», dichiara Agostino Re Rebaudengo, presidente Elettricità Futura, «approfittando delle carenze del decreto Aree Idonee, la Regione Sardegna ha legiferato con effetti retroattivi e con criteri che renderanno probabilmente non idoneo il 99% del territorio sardo. Questi criteri, inoltre, renderanno impossibile realizzare progetti di revamping e repowering».

Affinché non accada che anche le altre Regioni blocchino i progetti già avviati, Elettricità Futura sostiene che sia di fondamentale importanza l’intervento del Governo. Richiede nello specifico l’emanazione di una norma che obblighi le Regioni a conformarsi ad alcuni criteri. Innanzitutto, le aree idonee individuate ex lege dall’articolo 20 del decreto legislativo 199/2021 di attuazione della Direttiva RED II devono continuare ad essere considerate tali. Inoltre, le nuove disposizioni regionali non dovranno applicarsi ai progetti per i quali sia stata avviata almeno una delle procedure necessarie ad ottenere l’autorizzazione a realizzare l’impianto.

“Una volta emanata questa norma e salvati i progetti già in corso di autorizzazione o di costruzione, diventa indispensabile lavorare alla definizione delle aree di accelerazione per sanare, per quanto possibile, le criticità dell’attuale quadro normativo”, chiude il comunicato dell’associazione.

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