La produzione di celle solari ultrasottili in perovskite potrebbe essere vicina. La collaborazione tra Politecnico di Milano e Università di Cambridge ha infatti permesso di studiare celle basate sulla perovskite mille volte più sottili di quelle fotovoltaiche al silicio, nonché molto flessibili e potenzialmente più efficienti.
Il gruppo di ricerca guidato del professor Richard Friend ha condotto gli studi presso il Centre for Utrafast Science and Biomedical Optics (Cusbo) del dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano, pubblicando poi i risultati su Nature Communications. I ricercatori si sono avvalsi del metodo sperimentale di spettroscopia ultrabreve, sviluppato da Cusbo, per verificare per quanto tempo gli elettroni generati dalla cella in perovskite colpita dalla luce solare mantenessero i livelli di energia più alti (elettroni caldi) in modo da poter essere raccolti prima di scontrarsi e perderla. Lo studio ha mostrato che la raccolta degli elettroni caldi è molto facile per le celle di perovskite grazie alla estrema sottigliezza, che accorcia la distanza da percorrere per gli elettroni caldi. Grazie a queste caratteristiche il tasso di efficienza energetica raggiunge il 30%.
Le celle solari in perovskite, caratterizzate da estrema sottigliezza e massima efficienza, consentiranno diverse applicazioni innovative, tra le quali l’inserimento in tende o indumenti.
(sb)