Regione Veneto: “Stiamo lavorando allo sviluppo del FV con salvaguardia del suolo agricolo”

by editore
Bloomberg

La Giunta regionale del Veneto, guidata dall’assessore al territorio Cristiano Corazzari, sta lavorando per predisporre una proposta secondo cui la progettazione e lo sviluppo degli impianti fotovoltaici al suolo debba avvenire nel pieno rispetto e nella salvaguardia del suolo agricolo.

La Regione intende quindi contemperare due interessi pubblici, quello dello sviluppo delle energie rinnovabili con quello della salvaguardia del consumo di suolo agricolo, attraverso uno strumento normativo che detti regole certe.

«Se da un lato impiegare risorse rinnovabili ed ecosostenibili è un dovere nei confronti del nostro pianeta», precisa Corazzari, «dall’altro bisogna porre molta attenzione all’inserimento delle infrastrutture per la produzione di energia sul territorio. Il fotovoltaico è una delle forme di energia alternativa che sta trovando sempre maggiore impiego, ma la realizzazione di questi impianti non può depauperare pesantemente il bene prezioso rappresentato dal suolo agricolo.

Anche in considerazione del fatto che molte di queste installazioni di grandi dimensioni sono realizzate con fondi di investimento che operano in modo speculativo sulla base di incentivi energetici e nulla portano in termini occupazionali sul territorio.

In una lettera che ho scritto recentemente ai ministri competenti ho ribadito l’importanza del fotovoltaico, purché il suo sviluppo non sia indiscriminato sul suolo agricolo, soprattutto quando esistono alternative di posizionamento degli impianti, come ad esempio sulle coperture di fabbricati industriali e capannoni, che certamente nel Veneto non mancano, o in aree degradate: è qui che vanno prioritariamente realizzati.

È quindi necessario», conclude l’assessore, «dotarci di uno strumento normativo regionale che contempli il concetto di sostenibilità, con opere di mitigazione e compensazione, e contemperi le esigenze di sviluppo del fotovoltaico con la salvaguardia delle nostre aree agricole e la loro vivibilità».

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