Il Consiglio di Stato dice sì ai moduli FV in contesto con vincolo ambientale

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Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello presentato dalla società Soncina Costruzioni contro il ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, dopo una lunga vicenda giudiziaria cominciata con il rifiuto dell’autorizzazione paesistica per l’installazione di due impianti fotovoltaici su tetto nel comune di Moniga del Garda, in provincia di Brescia, zona soggetta a vincolo di tutela ambientale. Gli impianti, costituiti da moduli color rosso mattone, erano stati progettati secondo il criterio della integrazione architettonica nelle falde degli edifici, caratterizzati da copertura in coppi di cotto.

Nel 2011 l’azienda di costruzioni aveva ricevuto da parte del comune il diniego dell’autorizzazione paesistica, in seguito al parere negativo della Soprintendenza, secondo la quale l’inserimento delle falde fotovoltaiche in un sistema di coperture realizzate con coppi avrebbe compromesso la visione di insieme del contesto paesistico “alla luce di tutti gli aspetti che determinano il risultato finale, pertanto sia quello materico, che quello architettonico, che quello delle scelte tecnologiche”.

Il parere della Soprintendenza non era mutato anche in seguito ad alcune proposte di adattamento del progetto, con l’impiego di moduli fotovoltaici eseguiti su misura per la copertura integrale della falda, al fine di garantire un cromatismo uniforme. L’azienda aveva perciò fatto ricorso preso il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia, ricorso rigettato con sentenza negativa nel 2013.

La sentenza 856/2017 del Consiglio di Stato conclude che: “In questa situazione di fatto, caratterizzata dalla uniformità cromatica di tutte le falde e dalla completa e integrale copertura delle due falde destinate alla installazione dell’impianto fotovoltaico, non è dato comprendere come il contesto ambientale possa soffrire un pregiudizio dalla esecuzione del progetto”.

(sb)