Confedilizia ha avanzato delle proposte per modificare il decreto che blocca la cessione dei crediti e lo sconto in fattura. In particolare, l’associazione propone di rinviare al 30 aprile lo stop alle due opzioni attraverso un altro decreto. In questa maniera sarebbe possibile non aspettare i canonici 60 giorni di conversione.
Confedilizia propone anche di tutelare i redditi bassi garantendo le due opzioni a chi, con una soglia di riferimento sotto i 15.000 euro, ancora usufruisce del bonus al 90% per le unifamiliari. L’associazione chiede poi che siano salvaguardati sconto in fattura e cessione dei crediti per gli interventi antisismici e per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Infine chiede che le detrazioni possano essere trasformate in crediti d’imposta. Così facendo, tutti i contribuenti potrebbero sfruttarli spalmandoli negli anni evitando che vadano persi.
Ma le idee avanzate da Confedilizia per migliorare il decreto dello scorso 16 febbraio non sono le uniche. Ad esempio, Abi e Ance hanno proposto di utilizzare il meccanismo del F24 per la gestione dei crediti incagliati. Ma, dal momento che la capacità fiscale delle banche non sarebbe del tutto esaurita, l’idea sarebbe quella di introdurre l’utilizzo degli F24 solo a favore di quelle banche «che precedentemente abbiano assorbito davvero, in concreto con acquisti e non solo con impegni di acquisto, una porzione veramente rilevante della propria capacità fiscale potenziale», come ha commentato Enrico Zanetti, consigliere del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti.
Nel frattempo è iniziato l’iter parlamentare del decreto. Resta valida l’intenzione di organizzare un tavolo tecnico presso il ministero dell’Economia e delle Finanze dopo il responso dell’Istat sull’impiatto degli sconti sui conti pubblici.