Da settembre 2021 ad oggi, le micro e piccole imprese con consumi fino a 2.000 MWh hanno pagato per l’energia elettrica 21,1 miliardi in più rispetto ai dodici mesi precedenti. Il dato è pari al 5,4% del valore aggiunto creato dalle MPI.
È quanto reso noto da Confartigianato, che lancia un allarme. Se nei prossimi quattro mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno, i costi per i piccoli imprenditori saliranno a 42,2 miliardi in più rispetto al 2021.
A livello territoriale, sono nove le regioni in cui il boom dei costi dell’elettricità per le MPI supera il miliardo di euro. Nel dettaglio per gli imprenditori della Lombardia gli oneri ammontano a 4,3 miliardi. Seguono gli imprenditori del Veneto (2,1 miliardi), dell’Emilia-Romagna (1,9 miliardi), del Lazio (1,7 miliardi), della Campania (1,6 miliardi), del Piemonte (1,6 miliardi), della Toscana (1,6 miliardi), della Sicilia (1,2 miliardi) e della Puglia (1,1 miliardi).
I settori più colpiti sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare.
“In Italia la velocità di crescita dei prezzi al consumo dell’energia elettrica è decisamente più elevata rispetto a quanto avviene nell’Unione Europea”, si legge in una nota di Confartigianato. “A luglio 2022, infatti, nel nostro Paese il prezzo dell’elettricità è cresciuto dell’85,3% rispetto a dodici mesi prima, a fronte del +35,4% della media dell’Eurozona e, in particolare, del +18,1% della Germania e del +8,2% della Francia”.
«La situazione è insostenibile. Tra le nostre aziende si moltiplicano i casi di lockdown energetico e molti imprenditori rischiano la chiusura», sottolinea il presidente di Confartigianato Marco Granelli.
«Servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di imprese e una crisi senza precedenti».
Secondo Granelli occorre confermare e potenziare le misure già attuate da questo Esecutivo. In particolare l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas. Oltre a una proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre, serve fissare un tetto europeo al prezzo del gas. Infine è necessario recuperare il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico.