Lunedì 3 ottobre è stato presentato alla Camera lo studio del Cnr sulla transizione energetica dell’Italia alle energie rinnovabili entro il 2050. Curato dai team del Cnr di Francesco Meneguzzo a Firenze e di Mario Pagliaro a Palermo, lo studio identifica le tecnologie low cost su cui puntare, e poi quantifica entità, costi e ritorni economici della transizione. Dallo studio emerge innanzitutto come il fabbisogno elettrico complessivo crescerà dagli attuali 315 a 730 miliardi di chilowattora. Al 2050 infatti l’elettricità verrà utilizzata anche per alimentare i trasporti e il fabbisogno di calore degli edifici e delle industrie. Il parco fotovoltaico italiano dovrà quindi crescere di circa 16 volte, dagli attuali 19 GW a 300 GW. Quello eolico, invece, dovrà crescere di circa 21 volte, da 9 GW a 190 GW. Ben il 34% della nuova potenza solare necessaria si otterrà dalla solarizzazione degli edifici già esistenti, il cui potenziale produttivo annuo è di 126 miliardi di chilowattora. Le simulazioni condotte dai ricercatori del Cnr indicano inoltre che 550 dei 730 miliardi di chilowattora complessivi andranno temporaneamente accumulati in modo da far fronte all’intermittenza della generazione solare ed eolica. Il costo degli investimenti, stimato in 32 miliardi di euro all’anno, verrebbe sostenuto dal risparmio generato sull’acquisto dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), pari a circa 35 miliardi nel 2015. «La transizione energetica dell’Italia alle energie rinnovabili al 2050 può essere l’occasione per un nuovo boom, non solo economico, che riporti in Italia molti dei giovani talenti oggi all’estero, e ne attragga altri che verranno in Italia a studiare il successo di questa transizione energetica», spiega Mario Pagliaro, chimico del Cnr.
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