Secondo la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media impresa (CNA) di Treviso, nella provincia trevigiana si potrebbero realizzare almeno 15mila impianti fotovoltaici, uno per capannone, per l’autoproduzione da fonti rinnovabili. Si assisterebbe a una riduzione di consumi di gas di oltre 70 milioni di metri cubi all’anno con un risparmio per le imprese in bolletta di 380 milioni di euro.
Tuttavia da uno studio con la Fondazione Sviluppo Sostenibile è emerso che solo un impresa su due ha effettuato interventi di miglioramento energetico negli ultimi tre anni. Ma, di queste, solo il 49% ha puntato sulle fonti rinnovabili. La maggior parte ha agito sull’efficienza energetica concentrandosi su interventi meno strutturati. Una scelta determinata dall’assenza di misure incentivanti e la conseguente necessità di effettuare l’intervento con risorse proprie.
«Artigiani e piccole imprese sono esclusi da tutte le misure di incentivazione per le rinnovabili. Queste sono concentrate sulle famiglie e sui grandi impianti, attraverso il sistema delle aste. Invertire la rotta è una esigenza per il Paese», ha affermato Luca Frare, presidente di CNA territoriale di Treviso.
Secondo il CNA di Treviso, a livello nazionale un contributo pubblico del 50% sul costo dell’investimento costerebbe circa 1 miliardo in tre anni allo Stato. Una somma importante ma che si può finanziare sfruttando il Pnrr. Incentivando questi interventi, si attiverebbero investimenti privati e lavoro per le imprese artigiane del territorio valorizzando le filiere locali.