Nel 2015 gli investimenti in energie rinnovabili a livello globale hanno raggiunto i 328,9 miliardi di dollari, con una crescita del 4% rispetto al 2014. Il dato è contenuto nell’ultima analisi di Bloomberg New Energy Finance, che mostra come i Paesi che hanno stanziato più risorse nelle rinnovabili, ed in particolare in eolico e fotovoltaico, sono stati Cina, Usa, Africa, America Latina e India; mentre in Europa si è registrata una flessione.
In Cina gli investimenti nell’energia pulita del vento e del sole sono cresciuti del 17% rispetto al 2014, raggiungendo i 110,5 miliardi di dollari, sostenuti in particolar modo dalla volontà del Governo di diminuire il ricorso all’energia generata dalle centrali a carbone. Seguono gli Stati Uniti dove, grazie alle politiche green a favore delle rinnovabili, c’è stata una crescita dell’8% degli investimenti, per un totale di 56 miliardi di dollari. L’Europa si colloca al terzo posto con 58,5 miliardi e un calo del 18% rispetto all’anno precedente.
Nel Vecchio Continente, a fronte del calo degli investimenti nei principali mercati degli anni precedenti, come la Germania (-42%), il Regno Unito ha totalizzato 23,4 miliardi di dollari (+24% rispetto al 2014). Il Giappone si colloca al terzo posto con 43,6 miliardi di dollari e un +3% rispetto al 2014, seguono l’India con 10,9 miliardi del +23%, il Sudafrica con 4,5 miliardi (+329%), il Messico con 4,2 miliardi (+114%) e il Cile con i 3,5 miliardi (+157%). È da segnalare anche il caso del Marocco dove, a fronte di investimenti quasi nulli nel 2014, si è passati a circa 2 miliardi in un solo anno.
«Queste cifre sono una straordinaria risposta a tutti coloro che avevano prospettato lo stallo degli investimenti in energia pulita a causa del calo dei prezzi di petrolio e gas», ha spiegato Michael Liebreich, presidente del comitato consultivo di Bloomberg New Energy Finance. «Solare ed eolico vengono adottati in molti Paesi in via di sviluppo come una parte naturale e sostanziale del mix energetico, in quanto più economici dell’energia acquistata all’ingrosso e meno esposti alla fluttuazione dei prezzi dei combustibili fossili, e anche perchè possono essere installati più velocemente per soddisfare la crescente domanda elettrica. È molto difficile immaginare un’inversione di questo trend, anche alla luce dell’accordo sul clima di Parigi».
(sb)