Il presidente di Italia Solare, Paolo Rocco Viscontini, ha risposto ad alcune domande di Solare B2B sul gigantesco blackout che ha interessato la Spagna nella giornata di lunedì 28 aprile.
Alcuni commentatori stanno attribuendo al fotovoltaico la responsabilità del black out. Lei cosa ne pensa?
«Mi sembrano considerazioni affrettate e fuorvianti. Evidentemente qualcosa non ha funzionato, ma ancora non è chiaro cosa sia davvero successo. Aspettiamo che gli esperti che stanno valutando la situazione tirino le prime conclusioni. Al momento mi pare che nessuno sappia ancora con certezza quali siano state le cause del blackout.
Da tempo il fotovoltaico ha un peso molto importante sul mix energetico spagnolo, quindi sicuramente è stato coinvolto nel black out assieme all’eolico. Ma questo non significa che sia il colpevole.
È la rete ad avere il compito di gestire tutti gli impianti di produzione di energia elettrica. Se si dovesse verificare un eccesso di produzione tale da generare degli sbilanciamenti, la rete deve saper gestire questa situazione».
In che modo il fotovoltaico può contribuire ad aumentare il livello di sicurezza della rete?
«Bisogna essere pronti per il futuro. E questo significa ad esempio sviluppare il più presto possibile una rete di sistemi di accumulo, che oggi sono un elemento integrante dell’energia solare e indispensabile al suo sviluppo.
Non dimentichiamo che la Spagna ha beneficiato di prezzi molto bassi dell’energia elettrica proprio grazie a una presenza importante delle fonti rinnovabili. Se si vogliono mantenere questi benefici, i sistemi energetici dovranno essere in grado di gestire importanti quantitativi di energia da fonti rinnovabili. E quindi c’è bisogno di investimenti in modo che lo sviluppo della rete sia coerente con quello delle rinnovabili. E qui torniamo all’importanza degli accumuli che rafforzano la rete e la rendono più resiliente».
Ci sono rischi anche per l’Italia?
«Direi proprio di no. La rete italiana si sta sviluppando in un modo più corretto ed equilibrato, con un alto grado di sicurezza. La prudenza che contraddistingue i nostri gestori di rete ha portato a definire regole per il funzionamento degli impianti di produzione che rappresentano un elemento di prudenza in grado di allontanare questi rischi. Penso ad esempio al tema dei teledistacchi. Quindi sono convinto che in Italia non ci siano rischi, ma quello che è successo in Spagna può essere uno stimolo per innovare e migliorare ancora di più la nostra rete per sostenere lo sviluppo delle rinnovabili e del fotovoltaico che in Italia è destinato a proseguire e rafforzarsi».