Nel pomeriggio di mercoledì 4 dicembre 2024 il Consiglio Regionale della Sardegna ha approvato il Dl 45 “Disposizioni per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili”. La Sardegna è la prima regione in Italia ad approvare la legge sulle aree idonee con largo anticipo rispetto alla scadenza fissata dal Governo. Tuttavia, in attesa della bozza di decreto e stando alle prime indiscrezioni, sembrerebbero confermati i numerosi limiti allo sviluppo delle grandi installazioni da fonti rinnovabili, sia fotovoltaici sia eolici.
Lo scorso 19 settembre, in occasione della presentazione del disegno di legge, la presidente di Regione Sardegna Alessandra Todde sottolineava come “la maggior parte del territorio sardo fosse area non idonea a ospitare impianti di produzione da energia rinnovabile”, con diverse delibere contenenti divieti ai nuovi impianti agrivoltaici, eolici, geotermici e anche alle centrali in fase di autorizzazione (è possibile consultare le delibere con i divieti a fotovoltaico, termodinamico e agrivoltaico ai seguenti link https://delibere.regione.sardegna.it/protected/72155/0/def/ref/DBR72150/ https://delibere.regione.sardegna.it/protected/72156/0/def/ref/DBR72150/) .
La stessa presidente, nella seduta di ieri pomeriggio, ha però confermato l’impegno nello sviluppo di impianti da fonti rinnovabili per la generazione distribuita, e quindi impianti fotovoltaici su tetto, con accumulo e destinati alle comunità energetiche.
«Siamo orgogliosi di aver presentato un modello virtuoso di transizione ecologica ed energetica basato sullo sviluppo sostenibile, sulla tutela dell’ambiente, sul rispetto del suolo, del paesaggio, dei territori e dei cittadini sardi», è quanto dichiarato da Alessandra Todde. «Con questa legge, non solo decliniamo i criteri che rendono un’area idonea o non idonea all’installazione di impianti rinnovabili, ma stanziamo, da qui al 2030, circa 700 milioni di euro per le comunità energetiche, impianti fotovoltaici, accumuli di energia elettrica per autoconsumo, con incentivi – anche a fondo perduto – destinati a cittadini, comuni, imprese, privati ed enti regionali e comunità energetiche. Tutti gli impianti, sia quelli nuovi che quelli in corso di autorizzazione, potranno essere realizzati solo se ricadenti nelle aree idonee. Questa per noi è una sfida trasformativa che ferma la speculazione e blocca il consumo selvaggio di suolo».