Aree idonee, ok da Regione Sardegna al disegno di legge. Todde: “La maggior parte dell’isola sarà off limits”

by editore

Nel pomeriggio di giovedì 19 settembre la Giunta regionale della Sardegna ha approvato il disegno di legge “Disposizioni per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili”. Il testo passa ora nelle mani del Consiglio regionale per iniziare il suo iter. Al termine della seduta di ieri, in un momento dedicato alla stampa, la presidente di Regione Sardegna, Alessandra Todde, avrebbe specificato che la maggior parte del territorio sardo “sarà area non idoneo a ospitare impianti di produzione da energia rinnovabile”.

E questo si può notarlo subito a occhio dagli allegati. Sono infatti quattro le pagine di testo per le aree idonee, mentre circa 80 le pagine delle delibere per le aree non idonee. Considerando l’allegato A relativo alle aree non idonee per fotovoltaico e termodinamico, in ognuna delle 15 pagine del documento sono elencati decine di divieti. Lo stesso vale per agrivoltaico, eolico e geotermico. Non solo. La Giunta ha stabilito che anche gli impianti in corso di autorizzazione, o che hanno già ottenuto un’autorizzazione ma non hanno iniziato i lavori, non potranno essere realizzati se l’area prevista nel progetto non è ritenuta idonea. Continua quindi la linea dura avviata lo scorso luglio con la moratoria che fermava per 18 mesi i grandi impianti. Sarebbero invece favoriti e incentivati interventi tra cui fotovoltaico su tetto con storage, comunità energetiche e agrisolare.

aree idonee

Alessandra Todde, presidente di Regione Sardegna

«La Sardegna è la prima Regione d’Italia a proporre una legge sulle aree idonee con circa tre mesi di anticipo rispetto alla scadenza prevista dal Governo», dichiara Alessandra Todde, presidente della Regione. «Siamo orgogliosi di aver presentato un modello virtuoso di transizione ecologica basato sullo sviluppo sostenibile, sulla tutela dell’ambiente, sul rispetto del suolo, del paesaggio, dei territori e dei cittadini sardi. Vogliamo che ogni famiglia e impresa sarda si possa produrre la propria energia. Infatti, da qui al 2030, investiamo circa 700 milioni di euro per le comunità energetiche, impianti fotovoltaici, accumuli di energia elettrica per autoconsumo, con incentivi – anche a fondo perduto – destinati a cittadini, Comuni, imprese, privati ed enti regionali. Con questa legge, non solo decliniamo i criteri che rendono un’area idonea o non idonea all’installazione di impianti rinnovabili, ma stanziamo un’importante dote economica a favore della Sardegna.

Garantiamo la produzione e la vocazione agricola e la sostenibilità energetica della filiera agroalimentare, anche mediante integrazioni al reddito delle imprese agricole sarde, favorendo pratiche di autoconsumo aziendale. Inoltre, entro 120 giorni, la giunta dovrà approvare il disegno di legge che istituisce l’Agenzia regionale sarda dell’energia. Come ulteriore garanzia contro la speculazione, prevediamo l’obbligo per le imprese di presentare due polizze fideiussorie. La prima è finalizzata a garantire la corretta realizzazione dell’impianto e a evitar di lasciare cantieri incompiuti. L’altra è finalizzata a garantire la corretta dismissione di questo quando giunto a fine vita.

Queste polizze sono uno strumento contro quelle società con bassissimo capitale nate al solo scopo di vendere l’autorizzazione al migliore acquirente. Sia chiaro: l’autorizzazione viene concessa a chi stipula precedentemente la polizza. Questa per noi è una sfida trasformativa», conclude Todde, «che ferma la speculazione e blocca il consumo selvaggio di suolo. Finanziando l’autoproduzione, le comunità energetiche e l’autoconsumo con l’obiettivo di tagliare i costi delle bollette per i sardi. La Sardegna non si farà più calpestare ma gestirà la propria transizione ecologica».

Per consultare la delibera, clicca qui

Clicca qui per le aree non idonee a fotovoltaico e termodinamico

Clicca qui per le aree non idonee all’agrivoltaico

Per le altre delibere, infine, clicca qui

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