Oggi le fonti rinnovabili sono un’alternativa concreta e sempre più conveniente alle fossili, è quindi assurdo che l’estrazione e il consumo di petrolio, carbone e gas, principali cause dei cambiamenti climatici, ancora beneficino di sussidi pubblici. Questo il presupposto dello studio “Stop sussidi alle fonti fossili” presentato da Legambiente a Marrakech lo scorso 18 novembre, durante la giornata di chiusura della Conferenza Cop22. L’associazione, in collaborazione con l’organizzazione internazionale indipendente InfluenceMap, ha tracciato una mappa mondiale dei sussidi alle fossili, a partire dal dato del Fondo Monetario Internazionale, che spiega come nel corso del 2015 i sussidi siano stati pari a 5.300 miliardi di dollari, ovvero il 6,5% del PIL mondiale e più della spesa sanitaria totale di tutti i governi del mondo. In Italia queste spese hanno raggiunto 13,2 miliardi di euro annui e rappresentano lo 0,63% del PIL.
Nell’ambito del report Legambiente, insieme ai principali network ambientalisti di tutto il mondo, chiede che i sussidi alle fonti fossili siano aboliti e che si acceleri sulla decarbonizzazione delle economie. “Uno stop che consentirebbe di ridurre le emissioni di CO2 di 750 milioni di tonnellate, ovvero il 5,8% delle emissioni globali al 2020”, spiega Legambiente, “contribuendo al raggiungimento della metà dell’obiettivo climatico necessario a contenere l’aumento di temperatura globale di 2°C”.
In Italia, secondo Legambiente, continua a prevalere una sorta di negazionismo. «Il nostro Paese continua a comportarsi come se il problema dei sussidi alle fonti fossili semplicemente non esistesse», spiega Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente. «Anche la legge di Stabilità 2017 ignora l’argomento e prevede ancora sussidi diretti e indiretti alle fossili. Eppure, oggi le energie pulite sono competitive da un punto di vista dei costi e cancellando questi sussidi potrebbero crescere anche senza incentivi». Per questo, conclude Zanchini: «Chiediamo a Renzi di vincere le pressioni delle lobby e di cancellare rendite e sussidi di cui beneficiano le fonti fossili».
(sb)