I proprietari di impianti da fonti rinnovabili potrebbero restituire, fino a fine anno, una parte degli extra profitti legati alla produzione delle proprie centrali. Il calcolo considererà la differenza tra i prezzi attuali sul mercato e quelli equi dell’energia ante-crisi. Lo ha stabilito nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri, con la bozza del Decreto legge Sostegni.
Il decreto stabilisce misure per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico. L’esecutivo era già intervenuto sul primo trimestre 2022 stanziando 3,8 miliardi al fine di mitigare il rincaro del costo dell’energia. Con il provvedimento dei giorni scorsi, il governo interviene nuovamente con un ulteriore stanziamento da 1,7 miliardi, per un totale quindi di 5,5 miliardi. L’obiettivo è arrivare, nel corso del 2022, a 10 miliardi di euro a supporto di famiglie e imprese.
A partire dal 1° febbraio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, è applicato un meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell’energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW che beneficiano di tariffe fisse derivanti dal meccanismo del Conto Energia, non dipendenti dai prezzi di mercato. “Data la logica emergenziale a cui è ispirato”, specifica una nota del governo, l’intervento ha una durata limitata”.
Commentando le nuove misure del governo, nei giorni scorsi Italia Solare aveva ribadito la propria posizione già espressa nella lettera indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi a fine anno.
“Gli operatori del fotovoltaico”, sottolinea l’associazione, “sono disponibili a fare la loro parte, ma solo ed esclusivamente mettendo un limite massimo ai prezzi di vendita dell’energia sul mercato e non toccando in alcun modo le tariffe incentivanti dei Conti Energia. Se e solo se i soldi trattenuti verranno restituiti in modalità da concordare e se tutti partecipano allo sforzo, a cominciare da chi produce e vende i combustibili fossili, per arrivare ai concessionari che devono abbassare i loro guadagni”.
«È arrivato il momento di intaccare i sussidi ai combustibili fossili, perché altrimenti ci troviamo al paradosso di andare a toccare chi ha investito in impianti da fonti rinnovabili, senza intaccare invece il mondo dei fossili che è quello che ci ha portato al disastro in cui ci troviamo», aveva dichiarato Paolo Rocco Viscontini, presidente dell’associazione. «I sussidi alle fossili sono oltre i 10 miliardi di euro all’anno e devono essere urgentemente rivisti».
Inoltre, nella bozza del decreto Sostegni l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, al fine di ridurre ulteriormente gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, potrebbe annullare, per il primo trimestre 2022, le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico.