Aceper: “Il Governo blocca gli impianti a terra ma c’è a disposizione oltre 1 milione di ettari inutilizzato”

by editore

Aceper, associazione consumatori e produttori energie rinnovabili, sta inviando in questi giorni una PEC al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste per chiedere l’apertura di un tavolo di lavoro inerente la tematica del fotovoltaico a terra.

L’associazione riunisce 10.000 impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, pari a oltre 7.000 associati. La potenza installata complessiva supera i 2 GWp.

Aceper ha preso posizione a seguito della recente pubblicazione da parte del GSE del report “Solare Fotovoltaico 2023”. In esso si evince che in Italia circa 16.400 ettari sono occupati da installazioni di impianti fotovoltaici a terra. Ma in totale nel Paese ci sono 12,8 milioni di ettari coltivabili e utilizzati in parte dal settore agricolo. Quest’ultimo però non ne sfrutta 1.219.593. Dunque, se anche si raddoppiasse la potenza fotovoltaica installata a terra, si parlerebbe di altri 17.000 ettari su oltre 1 milione non utilizzato.

«Di fronte a questi numeri capire la posizione del Governo e provare a giustificare una chiusura così netta sull’istallazione degli impianti a terra, visto l’utilizzo dei terreni e viste le istallazioni che abbiamo fatto nel corso degli anni, diventa davvero difficile», dichiara Veronica Pitea, presidente di Aceper. «Non stiamo tenendo conto del fatto che i 16.400 ettari non sono nemmeno tutti agricoli, ma anche terreni industriali».

Aceper aggiunge anche dati relativi all’uso di fondi europei. Il Dipartimento per le politiche di coesione al 31 dicembre 2023 ha reso noto che su 74 miliardi concessi l’Italia ha attivato progetti per meno del 6,5% e ha speso meno dello 0,75% del totale.

«A livello di investimenti siamo sempre meno interessanti per i fondi esteri. In tutto ciò, non stiamo dando nessun tipo di incentivo all’industria per poter abbattere i costi e l’utilizzo di energia prodotta da fonti fossili. Vorremmo fare a questo punto due domande. Perché il Masaf è così determinato a bloccare le istallazioni a terra? E perché non ci sono manovre finanziarie importanti per le PMI produttive che possano permettere all’Italia di diventare veramente green, visto che abbiamo i fondi per farlo?», conclude la presidente di Aceper.

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