Italia Solare e Anev a Draghi: “Abrogare i provvedimenti sugli extra-profitti”

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Italia Solare e Anev propongono di abrogare i due articoli (art. 15-bis e art. 37) sugli extra-profitti con contestuale introduzione di una norma che introduca un contributo di solidarietà che colpisca gli effettivi sovraprofitti. Questo è quanto contenuto nella lettera inviata dalle due associazioni al Presidente del consiglio Mario Draghi e ai ministri Franco, Cingolani e Giorgetti in merito ai presunti extraprofitti degli operatori da fonti rinnovabili.

“Le misure adottate da questo Governo per raccogliere risorse a carico dei soggetti della filiera dell’energia, da utilizzare per mitigare gli effetti del caro-energia e della crisi ucraina, ci sembrano inique, mal congegnate e suscettibili di colpire soggetti che non hanno avuto extraprofitti”, si legge nel testo delle sue associazioni.

“Due provvedimenti che penalizzano il settore delle fonti rinnovabili che, proprio a detta del Presidente Draghi, va sviluppato rapidamente per dare risposta al caro energia”. I provvedimenti in causa sono l’articolo 15-bis del decreto-legge 4/2022 e l’articolo 37 del decreto-legge 21/2022.

In particolare, l’articolo 15-bis impone un cap ai ricavi derivanti dall’immissione in rete di elettricità da fonti rinnovabili prescindendo dai piani di investimento degli operatori. “Il cap stabilito, circa 60 euro al MWh, toglie la possibilità a chi ha investito nell’eolico e nel fotovoltaico di registrare ritorni accettabili. Arreca inoltre un danno enorme a migliaia di imprese che si sono dotate di impianti di autoproduzione. Queste imprese sono costrette a cedere le eccedenze a prezzo cappato e a soddisfare i fabbisogni aggiuntivi acquistando elettricità sul mercato a prezzo pieno”, spiegano Anev e Italia Solare. Le due associazioni stimano che siano oltre 50.000 le imprese penalizzate da tale provvedimento.

L’art. 37 colpisce, invece, il settore energetico in generale con il risultato di infierire due volte sui produttori da fonti rinnovabili. Non vi è inoltre certezza che il meccanismo individuato incida realmente sui soggetti che hanno ottenuto effettivi extraprofitti dalla vendita dell’energia. Infatti potrebbero essere colpite anche operazioni straordinarie completamente estranee alla vendita dell’energia.

Le due associazioni, quindi, propongono di abrogare i due articoli (art. 15-bis e art. 37) con contestuale introduzione di una norma che introduca un contributo di solidarietà che colpisca gli effettivi sovraprofitti. Un provvedimento possibile prendendo a riferimento come base imponibile il maggior utile netto risultante dal bilancio consuntivo rispetto a quello risultante dal bilancio consuntivo 2019, evitando l’anno 2020 a causa del Covid. Una misura che potrebbe riguardare tutti gli operatori economici e non solo quelli dell’energia. Questo sia per ragioni di equità, sia per una maggiore solidità della norma in caso di ricorsi alla Corte Costituzionale.

“Togliere il 100% dei supposti extraprofitti alle rinnovabili, mentre si limita al 25% il prelievo alle altre fonti è un’evidente scorrettezza a danno delle rinnovabili e a protezione in gran parte del settore fossile”, concludono le associazioni.

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