Continua la battaglia di alcune associazioni a difesa dell’agricoltura contro lo sviluppo del fotovoltaico di taglia utility scale. Dopo la presa di posizione di Coldiretti Rovigo e della Provincia veneta per fermare la realizzazione di un impianto fotovoltaico a Loreo, con tanto di raccolta firme, anche Coldiretti Molise ha fatto sentire la propria voce per fermare la costruzione di un impianto solare fra San Martino in Pensilis e Ururi, in provincia di Campobasso.
“In grave pericolo sono oltre 300 ettari di terreni agricoli”, denuncia Coldiretti, “sui quali è prevista la realizzazione di parchi fotovoltaici che, dietro la giustificazione di una cultura agro energetica, modificheranno radicalmente questi territori in maniera irreversibile con gravissime conseguenze sia per l’ambente sia per l’economia.
Lo stesso destino potrebbe toccare anche ad altri campi fertili, considerando le numerose istanze relative a progetti simili, presentate all’assessorato all’Ambiente della Regione, che interessano centinaia di ettari per la realizzazione di parchi fotovoltaici. Questo significa sottrarre suolo, non solo al settore agricolo, per coltivare o allevare, ma anche a tutta la popolazione locale”.
In Friuli, invece, Confagricoltura Udine si sarebbe scagliata contro la realizzazione di un parco fotovoltaico nella zona Aussa Corno. Secondo l’associazione, si tratterebbe infatti dell’ennesimo massiccio consumo di suolo di valenza agricola. Sarebbero 77 gli ettari di terreno agricolo occupati dall’impianto che, una volta realizzato, dovrebbe avere una potenza di 88 MWp.
Tuttavia, non sempre le prese di posizione delle associazioni di categoria hanno poi esito positivo. Proprio nella giornata di ieri, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del ministero per i Beni e le Attività culturali (Mibact) contro un progetto fotovoltaico da 17 MW a Tuscania, in provincia di Viterbo. La sentenza potrebbe avere effetti importanti sul fronte autorizzativo in quanto sancisce alcuni principi che varranno sull’intero territorio nazionale. Come ad esempio il fatto che il fotovoltaico venga riconosciuto come “bene che contribuisce alla salvaguardia del paesaggio”, “un’attività di interesse pubblico e nazionale”.
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