Tra gennaio e aprile 2015, in Italia, sono stati installati 78,11 MW, con una flessione del 47,2% rispetto ai 148,1 MW realizzati nei primi quattro mesi del 2014. Di questi, 18,77 MW sono stati installati ad aprile, 21,1 MW a marzo, 21,49 MW a febbraio e 16,74 MW a gennaio. Il 39% del totale installato nei primi quattro mesi (30,52 MW) fa riferimento a impianti di potenza compresa tra 3 e 6 kW, il 20,4% (15,96 MW) a impianti tra 20 e 200 kW, il 19,6% (15,32 MW) a installazioni tra 6 e 20 kW, il 17,9% (14,03 MW) a impianti di potenza inferiore ai 3 kW. Del totale, solo il 2,9% (2,27 MW) proviene da impianti di potenza compresa tra 200 kW e 1 MW. Sono invece inesistenti gli impianti di taglia superiore al MW. Infine, nei primi quattro mesi dell’anno le regioni con la maggiore potenza installata sono Lombardia (11,91 MW), Veneto (11,60 MW) ed Emilia Romagna (10,04 MW). «Se paragoniamo i primi quattro mesi del 2014 con gli attuali si nota una diminuzione di circa il 50%. Ricordiamo che già il 2014 ha chiuso con un calo di oltre il 70% rispetto al 2013. I commenti non possono quindi essere positivi», spiega Alberto Pinori, vicepresidente di Anie Rinnovabili. «Quello che preoccupa maggiormente sono le connessioni di marzo e soprattutto aprile che avrebbero potuto avvantaggiarsi delle positive condizioni meteorologiche. Anche in questi due mesi le connessioni sono state in linea con gennaio e febbraio 2015, il che è allarmante. Se il trend non migliorerà dobbiamo riconoscere che il mercato si attesterà sui 250 MW, valore ben lontano dai 500 MW previsti nei forecast di vari consulenti del settore e dai 400 MW circa connessi nel 2014. Un dato veramente troppo contenuto anche per chiamarsi mercato. L’unico elemento che sfugge ancora è il dato legato al revamping, dati che Anie Rinnovabili conta di avere dal GSE per completare l’analisi».
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